“Il diario di Carmela”, di Vincenzo Caiazzo, è uno dei film in concorso nell’ambito della rassegna “Ischia Film Festival” che si terrà a Ischia dal 29 giugno al 6 luglio e rientra nella sezione Scenari Campani.
Il film si ambienta a Piano Napoli, quartiere di Boscoreale, comune ai piedi del Vesuvio considerato una delle principali zone di spaccio di tutta la provincia di Napoli. E’ qui che vive la famiglia Esposito con Carmela ( Mariasole Di Maio ), la quindicenne protagonista del film, sua madre Maria ( Titti Nuzzolese ) e suo fratello maggiore Ciro ( Ciro Basco ). Col marito in carcere Maria, per sbarcare il lunario, costringe i suoi due figli a lavorare per la piazza di spaccio di famiglia ma quando nel quartiere si scatenano le lotte tra i clan, Carmela è costretta a rimanere chiusa in casa, con le finestre sigillate, rinunciando a tutto, perfino alla scuola. Unica àncora di salvezza e compagno di viaggio in questa immensa solitudine resta il suo diario sul quale è solita appuntare pensieri, frasi, emozioni e stati d’animo.
La prigionia casalinga in cui si ritrova catapultata Carmela non è poi così diversa dalla prigionia psicologica precedente. Carmela è galeotta di un contesto, di una situazione, di uno status in cui si è ritrovata senza volerlo, è reclusa in una realtà in cui è nata suo malgrado che non le piace, che le sta stretta. A Carmela piace studiare, leggere e ascoltare musica jazz, come tutte le altre ragazze della sua età, a scuola è il top delle allieve, non vuole spacciar droga, non vuole delinquere, non è la sua volontà ma vi è costretta dalla sua stessa famiglia, dal suo stesso sangue a cui non può e non deve ribellarsi, perché è questa la regola numero uno della famiglia: obbedienza. Chi ama ubbidisce, chi ubbidisce appartiene alla famiglia; chi si ribella non ama, chi si ribella non è più parte della famiglia. Il diario per Carmela diventa quindi una valvola di sfogo. Apparentemente è la figlia obbediente, la reclusa, la spacciatrice, la delinquente ma nel diario invece è se stessa, amante della cultura e della musica, della libertà, dell’arte e degli ideali. Carmela, come moltissime altre ragazze che rappresenta, non può essere purtroppo ciò che vuole ma ciò che deve e si ritrova ancorata ad un diario per esprimere i suoi veri sentimenti, le sue vere passioni, il suo vero essere. Il diario diventa il suo rifugio, il suo nascondiglio da un mondo di disagio e sofferenza. In questo alternarsi di identità Carmela intanto cresce in una realtà deviata dove il bene e il male si confondono e dove lei stessa non sa più quale sia il sentiero più giusto da percorrere.
Chiudiamo con le note di regia di Vincenzo Caiazzo che afferma che “Le storie non sono mai banali né ripetitive. La storia del mondo è un susseguirsi di storie. Non ripetitive, al limite analoghe, perché muta sempre lo scenario: temporale, sociale, economico, culturale, politico e altro. La storia di Carmela non è un “muschillo” ma identità più complessa e diversa. E, soprattutto, perché il diario è insieme luce e speranza. Carmela non vuole morire come identità e valori diversi dall’asfittica realtà che la opprime ma non la annienta.”
Vincenzo Caiazzo, nato a Napoli nel marzo 1979, ha realizzato numerosi cortometraggi e mediometraggi premiati dalla critica come “La Fondue”, prodotto da Fandango e in onda su Sky Cinema autore, “Rum & Coca”, “La città della pioggia”, “Specchi Riflessi”, “The Hyperrealism theory”, “Dogs, naso di cane”. “Il diario di Carmela” è la sua opera prima presentato al Festival Rivelazioni 2018 Milano, al cinema dallo scorso 17 maggio e in concorso all’Ischia Film Festival sezione Scenari Campani.
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